L’accomodazione in oculistica è la fisiologica funzione con cui l’apparato visivo riesce a mettere a fuoco da vicino. Infatti il nostro cristallino, la piccola lente che è all’interno del nostro occhio, tende a contrarsi e rilasciarsi a secondo della distanza di visione dell’oggetto che sta guardando. La tensione o rilasciamento fa rispettivamente appiattire o rigonfiare questa incredibile lente mobile che è il nostro cristallino. Con questa funzione noi otteniamo la possibilità di mettere a fuoco a tutte le distanze. Ma in alcuni casi questo meraviglioso meccanismo può essere messo in crisi. Per esempio se una persona legge per ore e ore o, come succede in questo periodo, guarda il monitor del computer per ore e ore senza mai staccargli gli occhi, il muscolo ciliare può rimanere contratto. Questo accade come quando facciamo ginnastica senza fare un adeguato rilassamento muscolare dopo gli esercizi. Le nostre braccia rimarranno contratte.
A questo punto ci troviamo in una posizione in cui il nostro cristallino rimane gonfiato e quindi ci fa mettere a fuoco solo da vicino, anche quando guardiamo lontano. Se questa condizione si protrae per molto tempo appariremo più miopi di quello che siamo. In passato questa miopia da contrazione si chiamava miopia da studio. Ovviamente questa miopia tende a sparire se stiamo molto tempo con il muscolo ciliare rilassato, come accade in vacanza all’aria aperta, per esempio. Un ‘altra condizione frequente di spasmo accomodativo è legata ai difetti ortottici, cioè alla difficoltà dei due occhi a collaborare fra loro per fondere le immagini presenti sulle due retine in una sola immagine cerebrale. In questo caso spesso lo sforzo di contrarre i muscoli retti interni dell’occhio (anche qui se guardiamo troppo da vicino uno scritto od un monitor) porta ad una ipercontrazione del muscolo dell’accomodazione. Se poi ai associano difetti di vista questo meccanismo può portare a mal di testa e difficoltà a rilasciare l’accomodazione con appannamenti visivi. Bisogna infatti tener presente che la convergenza dei due occhi e l’accomodazione da vicino sono due fenomeni che si presentano sempre assicti, al fine di permetterci di guardare da vicino correttamente.
Altra situazione è quella dei pazienti operati di chirurgia refrattiva che debbono aspettare a volte un certo periodo per riabituare l’apparato visivo ad una normale accomodazione dopo l’operazione.
Anche momenti di fatica emotiva e di stress possono portare a momentanee crisi della funzione accomodativa oculare, magari sovrapponendosi a fatiche accomodative da iperlavoro al computer. Mai come in questo periodo di smart working, spesso sregolato, associato allo stress da pandemia molti pazienti sono vittime di questi fenomeni patologici.
Per finire la cosa forse più importante. Dopo i 45\47 anni il nostro cristallino si irrigidisce e diventa sempre più difficile con l’andare degli anni rilasciarlo, per cui cominciamo a non vedere bene da vicino. Questo fenomeno detto presbiopia può rendere le cose più difficili.
Concludendo se abbiamo fastidi da vicino e disturbi dopo applicazione da vicino non trascuriamoli ma sottoponiamoci subito ad una visita oculistica ed ad una visita ortottica in grado di diagnosticare e curare i problemi che rendono meno comodi e piacevoli la nostra lettura ed il nostro lavoro.